Sostenibile genderless e clean: beauty routine

La rivoluzione del GGG: Glamour, Green, Genderless

La nuova beauty routine è sempre più indirizzata verso rituali che portano all’inclusività. Parole d’ordine abbinate sono rituali ecosostenibili e essenzialmente clean. La barriera che stava a separare i diversi prodotti per la cura dell’uomo e della donna diventa sempre più flebile con la nuova idea di beauty sostenibile, genderless e clean. 

Genderless is the new black

Secondo alcuni studi commissionati dal New York City Department of Consumer Affairs, i prodotti femminili costano in media fino al 13% in più rispetto a prodotti simili destinati agli uomini.

Le cose però stanno cambiando rapidamente, a quanto sembra. Infatti, è proprio questo settore ad essere tra i primi a sdoganare la fluidità di genere. 

Pensiamo a una Grace Jones che, negli anni ’80, colpiva per la sua estetica che sfuggiva alle etichette. E più ci spostiamo sul filone più sembra che la cura della pelle di genere sia stata un puro stratagemma di marketing. Per gli addetti al settore non è un segreto; infatti, marchi già consolidati sul mercato tra cui Aesop o CK si sono dedicati per esempio a fragranze unisex.

Altro fattore che trascina il filone è sicuramente la sua anima green e clean, dovesi intende l’uso di pochi selezionati ingredienti e attivi, scevri da tutto il superfluo e il basso impatto ambientale del prodotto stesso e del suo packaging.

Sostenibile, genderless e clean: cosa è stato fatto

Il cambiamento potrebbe essere epocale: l’annullamento delle distinzioni di genere nel beauty. Infatti, la pelle maschile e quella femminile non sono poi così diverse fra loro.

Ad esempio, indipendentemente dal genere, chi trascorre gran parte del tempo all’aperto, avrà necessità completamente differenti da chi svolge un lavoro d’ufficio. Si tratta quindi di andare anche a ridimensionare il ruolo del grooming. 

A tal proposito, il mondo del beauty sembra essersi accorto di come anche agli uomini sia “permesso” prendersi cura di sé senza essere guidati da una voce da “maschio alfa” o, al contrario, senza identificarsi in un “metrosessuale”.

Si tratta anche, a dire il vero, di una scelta abbastanza obbligata, poiché un’intera nuova generazione di consumatori considera la differenziazione maschio/femmina obsoleta. Quello che i consumatori pretendono è una beauty che parli all’individualità di ciascuno e permetta ad ognuno di sentirsi rappresentato. 

La strada, però, è ancora lunga per annullare le differenze tra “maschile” e “femminile” e, magari, esplorare cosa si nasconde tra questi due universi. Perché la cura di sé non ha genere e, a partire dal makeup, deve essere unicamente espressione della propria individualità.