Santa Monica

Il Territorio come palinsesto

L’eredità di André Corboz

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Bryan Bravo

Territorio come palinsesto è una brillante metafora. È utile per esprimere efficacemente un percorso complesso come quello di André Corboz. Questa metafora del Territorio come palinsesto resta oggi più che mai pertinente e di grande attualità. Nei suoi scritti, dagli anni Ottanta in poi, Corboz ha descritto un processo in atto, connotando sempre di più la sua consapevole intuizione. Fino a delineare una critica coerente e originale, rispetto alla natura costruita del territorio.

Il territorio come palinsesto

Un’indagine costante

Sia gli elementi costitutivi del paesaggio che la condizione urbana diventano per André Corboz i termini per un’indagine puntuale. Permettono di interrogare e mettere in discussione il territorio. L’habitat viene così riassemblato. In tal modo lo storico e urbanista svizzero affronta questioni d’importanza cruciale per la città, il contesto, il senso dei luoghi. Si tratta di riflessioni valide per il suo tempo, ma che rimangono di grande attualità, in particolare in riferimento al paesaggio policentrico e urbanizzato e alla sua drammatica evoluzione in termini spaziali.

L’esposizione intende raccogliere e descrivere un complesso corpus, costituito dal lavoro di André Corboz (1928-2012). Lo storico dell’arte e urbanista ginevrino (il cui fondo librario e documentale è custodito dalla Biblioteca dell’Accademia di architettura dell’USI a Mendrisio-Svizzera) è stata una figura ricca e sfaccettata. I suoi interessi spaziavano dall’opera del Palladio alla griglia territoriale degli Stati Uniti, dalla pianificazione nel periodo dell’Illuminismo francese alla Svizzera postmoderna. Parteciava in tal modo con i suoi contributi al complesso dibattito culturale a lui contemporaneo.

Centrale elettrica di Gösgen
André Corboz, Centrale elettrica di Gösgen, 1992 (Fondo A. Corboz, Biblioteca dell’Accademia di architettura, USI).

La mostra

È la prima volta che l’eredità del concetto di “territorio come palinsesto” viene descritto coerentemente in una mostra. La mostra ha l’intento di fornire una panoramica più ampia possibile, sul variegato lavoro di André Corboz. Offre, nel contempo, l’opportunità di collocare la sua complessa eredità rispetto al nostro tempo. Inoltre include le tante testimonianze di professionisti a lui contemporanei e di suoi ex collaboratori. Nella mostra il suo pensiero viene inoltre contestualizzato attraverso un accurato accostamento alla contemporanea produzione nelle arti visive e nella fotografia.

Territorio come palinsesto mostra

L’esposizione ha l’intento di indicare anche le connessioni tra le diverse linee d’indagine affrontate negli anni da Corboz. Lo scopo è quello di introdurre i visitatori nel suo “laboratorio intellettuale”, fornendo spunti di approfondimento sui suoi metodi di lavoro, sulle sue strategie narrative, sulle sue linee di pensiero.
È un modo per avvicinare il pubblico all’attività di critico culturale dell’intellettuale ginevrino, scrittore e mentore di storici e architetti.

La distinzione in due tematiche principali (lettura del territorio e produzione dei saperi) vuole sottolineare da una parte i contributi di André Corboz al discorso riferito al paesaggio e allo sviluppo urbano, mentre dall’altra illustra anche l’evoluzione di uno storico eclettico che era in grado di spaziare tra molteplici e differenti ambiti disciplinari.

Le sezioni tematiche della mostra sono strutturate attorno a due temi principali: il primo concentrato su come leggere il territorio, il secondo sulla produzione dei saperi e la storiografia. “Questa distinzione vuole sottolineare da una parte i contributi di André Corboz al discorso riferito al paesaggio e allo sviluppo urbano, mentre dall’altra illustra anche l’evoluzione di uno storico eclettico che era in grado di spaziare tra molteplici e differenti ambiti disciplinari”.

Scrivania Corboz
André Corboz, Santa Monica vista dalla scrivania personale nel periodo della sua residenza al Getty Center, 1993 (Fondo A. Corboz, Biblioteca dell’Accademia di architettura, USI).

André Corboz

Di origine ginevrina, André Corboz (formatosi come giurista presso l’Université de Genève) ha lavorato inizialmente per l’amministrazione universitaria, oltre che come traduttore e giornalista. In seguito si è dedicato alla poesia; prima di intraprendere la carriera di accademico in Québec e in Svizzera. Ha insegnato Storia dell’architettura all’Université de Montréal (1968-1979) e Storia dell’urbanistica al ETH Zürich (1980-1993). Nel 1980 André Corboz conseguì un dottorato di ricerca, sotto la supervisione dell’antropologo culturale Gilbert Durand, con una tesi sull’immaginario della Venezia del XVIII secolo nei dipinti di Canaletto.

I saggi critici di Corboz

Negli anni i suoi saggi critici sull’urbanizzazione contemporanea hanno raggiunto un pubblico sempre più ampio. Tra le discipline riferibili alla pianificazione urbanistica, in particolare in Svizzera e in Francia.

In occasione della mostra al Teatro dell’architettura di Mendrisio, è stato pubblicato anche un sito web dedicato, con lo scopo di presentare in senso cronologico la biografia, la bibliografia e i vari fronti su cui ha operato André Corboz. Attingendo dalle fonti testuali e visive presenti nel Fondo A. Corboz della Biblioteca dell’Accademia di architettura, il sito web intende illustrare come i progetti di ricerca sono stati concepiti e quindi implementati da Corboz nelle sue numerose pubblicazioni. Il sito fornirà inoltre ulteriori documenti ad uso dei visitatori della mostra, aprendo anche una finestra sulle ricerche in atto relative al lavoro di André Corboz.

Il Fondo A. Corboz preserva la sedimentazione dei percorsi di ricerca dello studioso ginevrino, offrendo in tal modo originali e unici spunti di ricerca sui suoi progetti di studio, sui suoi metodi di lavoro e più in generale sul processo di formazione di uno storico che si è definito un “nomade” in viaggio tra le discipline.

Andrè e Yvette Corboz
André e Yvette Corboz in viaggio, 1990 ca (Fondo A. Corboz, Biblioteca dell’Accademia di architettura, USI).

Nel 2014 l’Accademia di architettura dell’USI è stata indicata dagli eredi e amici di André Corboz come luogo privilegiato a cui affidare la sua eredità scientifica. Da allora il Fondo A. Corboz (costituito dalla sua biblioteca personale, dal suo archivio di scritti e dal corposo archivio fotografico) è entrato a far parte dei ‘fondi speciali’ della Biblioteca dell’Accademia di architettura dell’USI. La collezione libraria di Corboz conta 26.500 titoli. Dei quali è stata preservata la sequenza originale nella disposizione del fondo. E 50.000 diapositive che documentano i suoi viaggi. Il Fondo A. Corboz preserva la sedimentazione dei percorsi di ricerca dello studioso ginevrino. Offrono originali e unici spunti di ricerca sui suoi progetti di studio. Sui suoi metodi di lavoro e più in generale sul processo di formazione di uno storico che si è definito un “nomade” in viaggio tra le discipline.

Sito WEB della Mostra

Vedi anche: The Solar Blanket