Le Tskvas lignee in Ucraina: Architettura sostenibile ante litteram

La guerra in Ucraina è sta sconvolgendo il mondo, e come ogni guerra porta con sé non solo la tragica perdita di vite umane, ma anche la distruzione del patrimonio culturale che compone l’identità del paese. Uno dei siti UNESCO che rischia di scomparire è composto da sedici tskvas, ossia chiese, lignee al confine tra Polonia e Ucraina.

I siti UNESCO in Ucraina: l’importanza delle Chiese lignee dei Carpazi

Sebbene l’Ucraina sia un paese giovanissimo, nato solo nel 1991 dopo lo scioglimento dell’URSS, la sua storia e identità nazionale è in realtà antichissima.

Il paese ospita al suo interno sette siti patrimonio dell’UNESCO, tra cui figurano le Chiese in legno nella regione dei Carpazi: le cosiddette Tskvas lignee. Situate lungo la catena montuosa dei Carpazi, sono 16 chiese al confine tra Polonia e Ucraina e rappresentano un’importante testimonianza di architettura cristiana di confessione ortodossa e greco-cattolica.

Costruite tra il XVI e il XIX secolo, uniscono la tradizione edilizia ortodossa ad elementi della tradizione locale.

Tserkvas

Un esempio di architettura cristiana orientale

Le tskvas lignee possono risultare molto strane a primo impatto, ma hanno alcune caratteristiche ricorrenti che le rendono uniche.

Hanno una forma circolare e centralizzata, comune in occidente solo nel periodo paleocristiano , come testimoniano costruzioni quali Basilica di San Lorenzo a Milano. Sono molto piccole e basse, e questo dipende dal materiale utilizzato: legno che è poi i topos che le caratterizza.

Ma in questa diversità c’è qualche cosa che le accomuna alle architetture ecclesiatiche occidentali: l’iconostasi, “posto delle immagini” che in occidente è chiamata tramezzo.
Il tramezzo è la parete divisoria decorata dalle icone, con sua funzione è separare la navata dal santuario dove viene celebrata l’eucaristia tipiche della tradizione orientale – specialmente bizantina di cui a Ravenna c’è forse l’esempio più celebre.

Tserkvas

Gli elementi di cultura locale

L’iconostasi delimita lo spazio più sacro della chiesa, il presbiterio, invece, è una vera e propria porta.
Nel caso delle tskvas lignee l’iconostati delimitata da paraventi con funzione architettonica e decorativa.
Altri elementi decorativi tipici sono i disegni e gli schemi caratteristici delle tradizioni culturali delle comunità locali. Quest’ultimi una sorta di libro” delle popolazini della regione dei Carpazi.
L’elemento principe e unico sono certamente le cupole “a cipolla” o di altra forma, assenti nell’architettura occidentale. 

La loro “presenza architettonica” in queste chiese potrebbe derivare dalle immagini dell’edicola del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che alcune fonti dell’XI secolo ricordano a decorazione di quella chiesa, oppure potrebbero essere ispirate anche alle moschee.

Il numero di cupole, poi, varia di chiesa in chiesa, ogni numero ha un significato religioso: tre simboleggiano la santissima trinità, cinque Cristo e i quattro evangelisti, tredici invece Cristo e gli apostoli.
Le tskvas sono abbastanza piccole, quindi il numero di cupole varia da tre a cinque.

Rari, invece, i campanili in legno, portineria e cimiteri.

Il legno e la sua nuova popolarità nell’architettura contemporanea

Le tskvas sono costruite utilizzando la tecnica del tronco orizzontale con complesse giunzioni angolari, e mostrano eccezionali capacità di falegnameria.
Ad oggi il legno, tipica delle costruzioni antiche, sta vivendo un nuovo momento di gloria, in questo momento storico dove c’è fame di sostenibilità anche nel costruire e nel costruito.

Si parla sempre più di materiali ecologici alternativi alle costruzioni in cemento, e il legno è sicuramente uno di essi. Molti architetti, in primis Renzo Piano, si sono cimentati nella progettazione di opere in legno.
Grazie alle nuove tecnologie è diventata possibile la progettazione di grandi edifici in legno: nel 2019 è stato inaugurato ad Oslo il più grande grattacielo in legno, Mjøstårnet, alto ben 85,4 m per 18 piani.
Il grattacielo è realizzato in legno lamellare a strati incrociati (CLT): una tecnologia che consente la resistenza a grandi carichi e un’ottima risposta in caso di emergenza da incendio (perché è previsto un apposito trattamento con sostanze resistenti al fuoco).

I grattacieli in legno sono una realtà ormai in tutto il mondo (Oslo, Stoccolma, Vienna, Berlino, Melbourne…) e anche in Italia, a Milano, abbiamo uno dei più grandi progetti edilizi in legno realizzati finora in Europa. L’edificio, certo non alto quanto un grattacielo, ospita ben 124 appartamenti.

Stoccolma poi è un fulgido esempio di architettura green che usa il legno: in città si trova un quartiere costruito interamente in legno, le cui abitazioni vengono chiamate “case di cedro“. Ma ci sono anche uffici e palazzi istituzionali, che hanno solo le fondamenta in cemento armato.
In tutta la Svezia ormai ben il 20% delle nuove costruzioni è interamente in legno.

Appartamenti rivestiti in legno di cedro a Gärdet-Stoccolma

Perché costruire in legno?

Perché il legno è una valida alternativa al cemento? Innanzitutto, si stima che la produzione di acciaio e cemento sia la causa del 16% delle emissioni globali annue: il legno permetterebbe di ridurle di circa il 31%. Poiché più leggero e facile da trasportare, permetterebbe anche la riduzione delle emissioni legate al trasporto. Infine, il legno assorbe naturalmente la CO2 ed è possibile poi riutilizzarlo per tante esigenze, persino come biomassa per produrre energia.

Il contraltare di questo è che c’è la preoccupazione che l’uso del legno possa portare ad un’ulteriore deforestazione, anche se tutti i costruttori che oggi si stanno impegnando a costruire con il legno usano materiali provenienti da forestazioni ecocompatibili e dove si procede sempre alla sostituzione degli alberi utilizzati, favorendo, tra l’altro, il cosiddetto “ricambio generazionale”.