Intervista all’artista Kirk Fanelly

By
Anna Quirino

Qui a “TheGreenSideOfPink” siamo particolarmente connessi con il mondo dell’arte, sempre alla ricerca di qualcosa di interessante e innovativo: l’artista statunitense Kirk Fanelly è uno di loro.

Nato a Charlotte, Carolina del Nord, e laureato alla Brown University, Kirk Fanelly è un pittore eccezionale, le cui opere sono ora incentrate su qualcosa che apprezziamo e perseguiamo in ogni progetto: la natura, ed è per questo che abbiamo deciso di parlare con lui.

Fanelly è passato, negli anni, da dipinti narrativi che rappresentano miti suburbani, situazioni bizzarre, stereotipi, amanti, geeks e molti altri, ad opere d’arte realizzate con la tecnica della “carta intarsiata” e incentrate sulla natura (piante e fiori).

Kirk Fanelly Pandemic Orchid Still Life

“Le carte tagliate sono generalmente colorate con acrilico e/o vinile flashe per avere una varietà di colori. I pezzi di carta sono tagliati a bisturi, intarsiati e incollati usando colla PVA reversibile. Uno strato isolante viene applicato prima della vernice UV opaca protettiva finale”, Fanelly spiega, parlando della tecnica della “carta intarsiata”: qualcosa di personale, originale, ma incredibilmente colorato e stimolante.

La più recente mostra di opere d’arte in carta intarsiata di Kirk Fanelly “Botanicals” era prevista per luglio 2020 presso il Daniel StoweBotanical Garden di Belmont, NC, ma a causa dell’epidemia di coronavirus, l’artista ha deciso di spostarla da on-site ad online (e questo ha cambiato il rapporto con il pubblico, come ci ha spiegato lui stesso). Puoi goderti qui la nostra chiacchierata con Kirk Fanelly sulla sua arte, il suo rapporto con la natura e dove andrà il mondo dopo tutto quello che è successo quest’anno. Inoltre, puoi visitare liberamente la mostra incentrata sulla natura e colorata sul sito ufficiale di Kirk Fanelly.

Botanicals, Giardino Botanico, Novembre 2018 Atlanta

1.- Prima di tutto voglio ringraziarti per averci dato l’opportunità di intervistarti. Dando uno sguardo alle tue opere, abbiamo notato come queste mostrano una forte inclinazione per la natura: come questa ispirazione è arrivata ad essere al centro del tuo lavoro?

Grazie a voi! Sonodavvero onorato del fatto che abbiate voluto intervistarmi. Sebbene il mio lavoro precedente riguardasse principalmente narrazioni umane, quelloche ci circonda ha sempre avuto un valoreeun peso nella mia narrazione. Gli elementi della natura (siano essi animali o vignette di paesaggi suburbani) erano, a volte, i soggetti principali. Ciò che è cambiato negli ultimi anni è che gli elementi naturali sono diventati “solisti”e gli altri si sono ritirati.

2.- Cominciamo parlando della tua più recente mostra “Botanicals”, incentrata su piante e fiori: cosa vuoi esprimere attraverso di essa? Quali emozioni pensi che proveranno le persone guardando le tue opere?

Spero che lo spettatore sia attratto dai singoli lavori tanto quanto dalla serie e che ogni pezzo appaia e sembri unico. Non si tratta di pianterappresentate in uno stato idealizzato, ma si tratta piuttosto di trovare la bellezza nel momento (che si tratti di decadenza o fioritura). La maggior parte di questo progetto presenta piante della Elizabeth Lawrence Home & Garden, che si trova vicino a casa mia (Lawrence era un’importante architetto paesaggista, giardiniera e scrittrice). Si tratta dello stesso luogo fisico ad ogni visita — ma a seconda della stagione, delle condizioni di illuminazione e del momento della giornata, è completamente diverso. Anche di anno in anno, il giardiniere apporta modifiche. Voglio che lo spettatore trovi gioia e ricompensa nel guardare un lavoro che è stato ispirato da esperienze, osservazione e improvvisazione. In un mondo in cui riempiamo il tempo controllando i telefoni, voglio che le persone trovino una ricompensa nell’osservare e riflettere.

Leafy Spot With Oakleaf Hydrangea

3.- La tua mostra “Botanicals” è passata da on-site a online: in che modo questo cambio di location ha influenzato il tuo modo di comunicare con il pubblico?

Il mio lavoro si è sempre basato sulla tecnologia, sia per la creazione che per la condivisione. Mostrare l’arte su Internet è come fare online dating: è una buona introduzione a qualcosa che altrimenti non avresti mai incontrato, ma hai comunque bisogno di vivere l’esperienza di persona per sapere come ti ci connetti. Non importa quante foto vedi, l’arte e le persone vengono sentite in modo diverso se viste di persona. Scala, colore e superficie, nell’arte, sono difficili da comunicare digitalmente. Su uno schermo, un dipinto piccolo ha le stesse dimensioni di un dipinto grande. Così come le foto delle installazioni, le mostre virtuali e i tour mostrano parti dell’esperienza (ad esempio la scala relativa o come i pezzi sono in contrasto a livello espositivo) ad un pubblico che non avrebbe potuto partecipare alla mostra (anche senza la pandemia).

4.- La tecnica della carta tagliata intarsiata, che è la tecnica principale che utilizzi, è tanto sinuosa quanto complessa: qual è l’ispirazione alla base di questa tecnica pittorica?

Negli ultimi 20 anni ho realizzato sia opere su carta intarsiata che dipinti. I bordi duri (a volte mascherati) del mio stile pittorico si sono trasformati in bordi di carta intarsiata. C’è stato persino un momento critico in cui era come se la carta intarsiata avesse più potenziale della pittura ad olio.

5.- In che modo lo scoppio del COVID-19 ha cambiato il tuo modo di fare arte e rappresentare la natura?

La vita quotidiana della maggior parte degli artisti è come la quarantena, quindi la mia routine di ogni giorno non è cambiata troppo, a parte lo stress in più, che però tutti condividiamo, e il minor divertimento sociale. Sto lavorando a un grande progetto: “PandemicStill Life” dal Daniel StoweBotanical Garden (dove si sarebbe tenuta la mostra). Ho visitato il giardino durante la chiusura, con l’intenzione di fare un pezzo che coinvolgeva un albero di magnolia, e ho deciso di realizzare una grande natura morta di orchidee che ho trovato nella serra.

6.- Anche nei tuoi lavori che ritraggono esseri umani c’è sempre una forte componente naturalistica, e questo è evidente anche dal nome che hai dato alle tue opere raffiguranti persone “Animalia”: perché?

A livello mondiale, tutte le nostre vite sono intrecciate a vari livelli con quelle degli animali e delle piante. Amo e rispetto gli animali, quindi è difficile per me non includerli. Ci collochiamo all’apice dell’evoluzione, ma guardando uno scarafaggio o un coccodrillo, dobbiamo renderci conto che loro sono stati in giro per molto più tempo di noi. È importante per me mantenere una connessione con gli altri esseri viventi nel mio lavoro e immaginare come ci inseriamo tutti in questo enorme e strano universo.

8.- “TheGreenSideOfPink” è un magazine che affronta tematiche sostenibili legate all’arte visiva e alla moda: come pensi che la moda e l’arte possano essere contaminate?

Se potessi vedere cosa indosso in questo momento, sapresti che è meglio non farmi domande sulla moda. Penso che qualsiasi cosa in eccesso possa contaminare l’arte e gli artisti. Come dice un mio amico medico: tutto, ma con moderazione. L’eccessiva influenza di commercianti, collezionisti, università, tendenze attuali o arroganza, può offuscare o erodere la voce unica di un artista. Se l’obiettivo finale è la fama, quella fama può scomparire con la stessa velocità con cui è arrivata.

9.- Recentemente il nostro pianeta sta attraversando gravi crisi climatiche, e il paesaggio naturalistico è spesso danneggiato: cosa pensi che ognuno di noi possa fare per preservare l’ambiente? E, cosa più importante, come pensi che l’arte possa essere utile per l’ambiente?

L’arte arricchisce la nostra visione del mondo. In termini di educazione o di cambiamento della vita di qualcuno, l’arte visiva (purtroppo) è oggi troppo elitaria per avere lo stesso potere di film/video, musica o letteratura. È incredibile se si considerano tutti i problemi che affrontiamo nella nostra vita quotidiana: abbiamo la possibilità o di scegliere quali sono le cause più importanti per noi, e lasciarcene coinvolgere, o di votare per i leader che condividono le nostre priorità. Vorrei che tutti avessimo accumulato meno cose e che i produttori costruissero cose che durano (o almeno riparabili). La nostra “spendinginfluence” potrebbe essere più forte dei nostri voti. Tutti dobbiamo assumerci una maggiore responsabilità personale.