Edun; Un progetto verso la sostenibilità

creato da Ali Hewson & Bono

La moda etica sta prendendo forza giorno con giorno, i grandi marchi scelgono di incorporare materiali naturali o privi di crudeltà sugli animali, ma ci sono anche quelle che nascono con questo scopo. Possiamo dire che non tutte riempiono completamente queste aspettative per tutti e beh è difficile essere d’accordo con Dio e il Diavolo. Nonostante questo penso che abbiamo buone opzioni per metterli alla prova. Oggi voglio farvi conoscere Edun, un progetto verso la sostenibilità creato della mano di Ali Hewson & Bonoper; per coloro che non la conoscono, e per quelli che la conoscono, magari aggiungono qualche informazione aggiuntiva.

Io la conosco da poco, ho seguito un po’ la sua traiettoria perché come lo avevo menzionato prima; gli malintesi  sono sempre all’ordine del giorno e volevo sapperne un po’ di più prima di parlarevi di loro; certamente sta sempre a vuoi decidere se puo fare parte o meno dei vostri obiettivi verso la sostenibilità, detto ciò.

Come è nato questo progetto?

Edun è stata fondata nel 2005 da Ali Hewson e suo marito Bono, con l’intenzione di conciliare la moda con la sostenibilità; prendendo l’Africa come produttore e punto di riferimento principale. Il suo scopo era o è quello di mantenere un business che avvantaggi tutti i suoi attori, promuovendo in tal modo il commercio in Africa; tra i suoi obiettivi, era quello di risaltare la ricchezza culturale e della manofattura di questo continente; utilizzando cotone di sua produzione, confezionamento dei suoi artigiani e facciendo collaborazione con artisti del posto; mettendo in evidenza uno dei suoi cofondatori Bono chi ha affermato “L’Africa non ha bisogno di beneficenza, ha bisogno di investimenti e partnership”. Devo dire che personalmente amo il design che offrono e il modo in cui mettono in risalto il colore e la cultura alla quale si ispirano.

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Edun; Un progetto verso la sostenibilità
Cosa cambia nel tempo?

Secondo LVMH, il gruppo finanziario che possiede il 45% delle sue azioni, il 95% della produzione di EDUM è fatta sul continente africano (rapporto 2014); tuttavia dobbiamo ricordare che nel 2010 fecero gran parte di questa produzione in Cina, e hanno dichiarato che non era redditizio per l’impresa a livello finanziario, perché le produzioni non sono state consegnate in tempo e in più accrescevano anche di qualità. Tuttavia, i suoi fondatori non si sono arresi e nel corso di questi anni hanno sviluppato diverse strategie per mantenere viva la fiamma del loro obiettivo principale.

La missione del marchio è stata influenzato negativamente, per questa raggione ho voluto fare questa precisione. Così che torniamo al dilemma di sempre. Questo marchio soddisfa davvero le mie aspettative di sostenibilità? … beh ragazzi, non ho la risposta a questa domanda; ma ho voluto farvi vedere un esempio come un argomento tanto serio non è presso in considerato in questo modo. Per questa raggione vi voglio incoraggiare a investigare sempre prima e valutare dove investite i vostri soldi; guardate sempre nell’etichetta la provenienza, guidatevi prima di acquistare da siti che forniscono informazioni attendibili, con questo non voglio screditare l’azienda, al contrario condivido la missione con cui è stata creata e vorrei incoraggiarvi a sostenere questo tipo di progetti, però chiedendo sempre di mantenere gli attributi che vi hanno attratto da loro.

Ricordate che oggigiorno non ci possiamo fidare tanto dell’etichetta, ma il modo migliore è quello di informarci, fare ricerca finché non sentiamo che le nostre domande trovano risposta.

Edun, un progetto verso la sostenibilità
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