Pianta da interno

10 piante che ci aiutano a respirare meglio

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Giorgia Barbiero

I protocolli sulla qualità dell’aria in alcune grandi città sconsigliano l’attività all’aperto quando gli indici di misurazione fanno scattare il semaforo giallo. Se la luce passa dal giallo al rosso, l’inquinamento può causare – tra altri disturbi molto più gravi, soprattutto a lungo termine – mal di testa e irritazione agli occhi, al naso e alla gola. Ma questi sintomi possono anche essere causati dall’inquinamento interno. Ancora una volta, la natura ci viene in aiuto: in questo articolo vi mostriamo 10 piante che migliorano la qualità dell’aria.

Passare molto tempo in ambienti poco ventilati può portare a problemi di salute —come la stessa pandemia ci ha già insegnato—. Sia nelle nostre case che negli uffici, ci sono inquinanti ambientali che, insieme ad altre sostanze, possono causare la Sindrome dell’Edificio Malato, secondo il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali.

Queste particelle nocive possono avere origini diverse: sostanze chimiche —come il toner della stampante in ufficio o gli aerosol in casa —; la presenza stessa dell’uomo — attraverso la concentrazione di anidride carbonica —; l’inquinamento dall’esterno; i materiali di costruzione degli edifici; i mobili; e così via. Nel 1989 la NASA ha pubblicato una ricerca su come alcune piante potrebbero migliorare la qualità dell’aria interna. “Poiché l’esistenza dell’uomo sulla Terra dipende da un sistema […] che comprende una relazione complessa con le piante e i microrganismi ad esse collegati, dovrebbe essere ovvio che quando l’uomo cerca di stare lontano da questo sistema ecologico in edifici chiusi, sorgono problemi”, sostiene lo studio.

Nel lavoro iniziale, la NASA ha analizzato la capacità di 12 piante di assorbire benzene, xilene, ammoniaca, tricloroetilene (TCE) e formaldeide dall’aria. In seguito, ha esteso questo studio ad altre piante. Queste sono le forme più comuni in cui queste tossine si presentano nelle nostre case:

  • Benzene. Presente nel fumo di tabacco, può provenire da materiali usati nella costruzione, ristrutturazione e decorazione.
  • Xilene. Può essere rilasciato da alcuni elettrodomestici e aerosol.
  • Ammoniaca. Nei prodotti di pulizia, come i lavavetri o gli sgrassatori.
  • TCE. Si trova in tinte per il legno, vernici, lubrificanti e alcuni detergenti, per citarne alcuni.
  • Formaldeide. Si può trovare tra i componenti di materiali da costruzione, tessuti, prodotti di bellezza… È il più comune e può essere cancerogeno.

Ecco 10 opzioni green che possono aiutarci a respirare meglio a casa o al lavoro.

Spatafillo (Spathiphyllum)

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Capace di assorbire i cinque inquinanti analizzati dalla NASA, così come l’umidità dell’ambiente.

È originaria delle foreste pluviali tropicali e quindi richiede un ambiente umido, una temperatura tra i 15 e i 22 gradi, molta acqua e luce solare indiretta.

Palma da salotto (Chamaedorea elegans)

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Questa è un’altra delle quattro piante che più migliorano la qualità dell’aria riducendo la presenza di tutti gli elementi tossici analizzati.

Proviene dal Guatemala e dal Messico. Molto resistente se non esposta alla luce diretta del sole, richiede un’annaffiatura moderata.

Palma cinese (Rhapis excelsa)

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Assorbe tutte e cinque le sostanze tossiche analizzate nello studio dell’agenzia spaziale.

Originaria dell’Asia. Ha bisogno di molta luce e di annaffiature moderate.

Crisantemo (Chrysanthemum morifolium)

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Riduce la presenza nell’aria dei cinque elementi studiati dalla NASA.

Originario dell’Asia, ama la luce, ma richiede un ambiente fresco. Anche se ha bisogno di un substrato umido, non deve essere inzuppato d’acqua perché le sue radici potrebbero marcire. I fiori cadono se si asciuga, ed è difficile recuperarli.

Edera (Hedera helix)

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Assorbe benzene, xilene, TCE e formaldeide, ma non l’ammoniaca.

Pianta rampicante sempreverde dell’Europa centrale. Ha bisogno di molta luce indiretta. Innaffiare quando il substrato è asciutto.

Sansevieria (Dracaena trifasciata)

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Efficace contro benzene, xilene, TCE e formaldeide.

La Sansevieria è originaria dell’Africa. Richiede molta luce e poca acqua. Non nebulizzare.

Potos (Epipremnum aureum)

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La ricerca della NASA dimostra che è efficace contro il benzene, lo xilene e la formaldeide.

Pianta rampicante, originaria delle foreste tropicali, ha bisogno di molta luce ma non di luce solare diretta. Quando ha bisogno di acqua, lo comunica facendo cadere le sue foglie.

Anturio (Anthurium andraeanum)

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Assorbe xilene, formaldeide e ammoniaca.

Proviene dalla foresta pluviale colombiana, quindi ha bisogno di un ambiente umido (si consiglia di nebulizzare spesso) e rifiuta la luce solare diretta. Tuttavia, ha bisogno di molta luce.

Gerbera (Gerbera jamesonii)

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Riduce la concentrazione di benzene, TCE e formaldeide.

Pianta africana che preferisce angoli ben ventilati e ben illuminati, ma senza luce diretta. Resistente alle alte temperature, ma non al gelo. Ama l’umidità, quindi si consiglia un’irrigazione costante, ma non abbondante, durante il periodo di fioritura. Evitare i ristagni d’acqua.

Aglaonema (Aglaonema modestum)

Concludiamo la nostra lista di piante che migliorano la qualità dell’aria con l’aglaonema, che assorbe benzene e formaldeide dall’ambiente.

Originaria delle giungle dell’Asia. Ha bisogno di ambienti umidi e non tollera la luce solare diretta. Non ama gli ambienti freddi e le correnti d’aria. Richiede annaffiature regolari, ma non abbondanti. Quando ha un eccesso di acqua, le sue foglie piangono in un processo noto come “guttazione”.