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Eco Gym: il fitness sostenibile

scritto da
Delia Carta
“Quest’anno andrò in palestra”. 

Ecco il più gettonato tra i buoni propositi per il nuovo anno! 

Allenarsi migliora il corpo e l’anima, allevia lo stress ed elimina gli acciacchi, questo lo sappiamo, ma avete mai pensato che potrebbe anche aiutare l’ambiente?

Le Eco Gym sono una realtà in espansione in tutto il mondo, che permette di creare letteralmente energia mentre ci si allena. Se le palestre tradizionali sono l’incarnazione del consumo, con perenni luci al neon, aria condizionata che ronza costantemente, file di schermi accesi e musica motivazionale ad alto volume, le Eco Gym sono un’oasi di fitness sostenibile, dove ogni esercizio è ad impatto zero.

Progetto Biofit per una palestra ecologica a Brooklyn

Per spiegare come funziona questo prodigio green dell’era moderna, non c’è esempio migliore del caso di Adam Boesel, fondatore di The Green Microgym, che nel 2008, in Oregon, ha aperto, non senza difficoltà, la prima palestra ecologica al mondo. La sfida di Adam era quella di avvicinarsi il più possibile all’autosufficienza energetica, esclusivamente attraverso l’allenamento dei suoi stessi clienti. Dopo essersi rivolto a colossi del settore, senza ottenere una soluzione soddisfacente, decise di creare la sua spin bike, capace di convertire il movimento in energia elettrica semplicemente collegandosi ad una presa di corrente. 

Su questa “semplice” intuizione biomeccanica si basa l’idea delle palestre sostenibili, strutture in cui stepper, cyclette e tapis roulant sono capaci di convertire l’energia cinetica, quindi il movimento, in energia pulita. Oggi, The Green Microgym è una realtà consolidata che aiuta altre palestre a diventare ecologiche fornendo le attrezzature adatte, e la Spin bike di Adam è un successo planetario.

I macchinari green sono oggetto di crescente investimento da parte di aziende leader nella fornitura sportiva come Technogym, mentre altre, come SportsArt, ne hanno fatto il proprio core business. 

Per darvi un’idea dell’impatto positivo che il passaggio al green porterebbe, considerate che un semplice allenamento di 1 ora si converte in più di 200 watt di elettricità, e che un corso di spinning di 20 persone si traduce in una quantità di energia tale da poter ricaricare un paio di cellulari per il periodo di un intero anno. In più, i benefici si estendono anche ai costi di gestione: è stato stimato che gli attrezzi ecosostenibili possano arrivare a coprire ben l’80% delle necessità energetiche di una palestra, garantendo il fabbisogno per illuminazione, funzionamento dei macchinari e riscaldamento. 

Eppure, come tutto ciò che riguarda la realtà ecosostenibile, la transizione dalle palestre tradizionali a quelle ecologiche procede a singhiozzo. 

Sono 184mila le palestre in tutto il mondo, e di queste meno dell’ 1% è green.

Ma guardiamo il bicchiere mezzo pieno! Tra i numerosi esempi virtuosi si distingue il progetto di Terra Hale, che con le sue 3 eco gyms nella capitale inglese sta gradualmente cambiando l’approccio al fitness dei londinesi. Qui, non solo lo sforzo degli iscritti si misura in watt anziché in calorie, ma l’intero ambiente è studiato per mettere al centro il principio della sostenibilità: le pareti sono in legno riciclato, il pavimento in gomma riconvertita, e persino gli asciugamani, offerti ad ogni iscritto, sono biodegradabili. L’occhio vuole la sua parte, dunque materiali considerati “inusuali” per una palestra standard sono invece il primo segnale di novità per il cliente. La presenza di piante che calano dal soffitto, di superfici legnose e luci dall’aspetto naturale danno un immediato senso di pace e purezza.

Terra Hale fitness club – Fulham

Biofit, start-up di interior design con base in Inghilterra, offre un approccio unico nel settore, progettando palestre focalizzate sull’arredo biofilico. Le location studiate dal collettivo di designer e architetti, sono sempre fornite di aria purificata, materiali healthy e aromaterapia naturale, senza tralasciare gli arredi, che richiamano spesso boschi e foreste incontaminate. Un sogno, no?

Biofit Project

Che siano ecologisti convinti o meno, per gli utenti usufruire di una palestra totalmente eco fa la differenza. Essere in grado di vedere quanti watt ha generato il loro allenamento è un ulteriore sprone ad impegnarsi per la propria forma fisica, una dimostrazione tangibile e diretta degli sforzi compiuti correndo o pedalando. Per questo motivo, oggi le palestre sono più interessate alla sostenibilità, non solo dal punto di vista dei costi, ma anche e soprattutto della domanda dei consumatori emergenti. 

I clienti millennial, notoriamente più sensibili alle tematiche ambientali, sono persino disposti a pagare un po’ di più per iscriversi in un club che limita la sua impronta sull’ambiente. Una statistica del 2019, riportata da SportsArt, afferma che il 63% degli utenti preferisce allenarsi in palestre che offrono attrezzature eco-compatibili. Attraversando l’Atlantico, scopriamo che negli USA le catene di fitness più imponenti stanno iniziando ad immergersi in una realtà più verde. Sia Planet Fitness, con 1.400 sedi negli Stati Uniti, sia 24 Hour Fitness, che conta più di 4 milioni di membri, hanno recentemente collaborato con ENGIE Impact per ridurre le loro emissioni inquinanti.

Certo è che per rendere green l’intero comparto sportivo la strada sarà lunga, e che per un cambiamento di questa portata non si potrà prescindere da incentivi statali e convenzioni. 

La domanda però sorge spontanea, per ogni palestra convertita all’impatto zero, dove andranno a finire le attrezzature sportive dismesse? 

Su questo punto il Giappone ha ottimizzato un sistema, rodato e applicato ormai da anni: il network Sports-Eco, ad oggi sostituito da gruppi di volontari senza sigla, ha riciclato per anni le attrezzature sportive obsolete, destinandole alla Global Sport Alliance per il progresso dello sport nei Paesi in via di sviluppo o, nell’impossibilità del riutilizzo, donandole al progetto RECYCL’art, facendole così diventare veri e propri oggetti d’arte contemporanea.

L’ era del fitness consapevole e accessibile non è quindi poi così lontana, e dovremmo tutti augurarci che sempre più realtà, grandi o piccole, investano con convinzione in questa sfida. Quale può essere il nostro contributo? Il supporto, preferendo strutture che anche in minima parte fanno uno sforzo nella direzione Eco. 

Il 2021 è alle porte, trovate la vostra Eco Gym e iscrivetevi, rispettare i buoni propositi non è mai stato così green!