Save the Duck, progetto nato cruelty free

Un marchio di cui vi voglio parlare da un po’ di tempo è Save the Duck; l’ho incontrato un paio di anni fa in una vetrina a Firenze. Ha catturato subito la mia attenzione un’anatra vestita con giacca, con un sotofondo del logo di riciclaggio e bottiglie di plastica intorno; in quel momento ho sentito la freccia di Cupido, ma in realtà sono stato attratta dalla loro filosofia, più che dal design. Questo fino a un paio di settimane fa, quando ho visto i suoi nuovi felpe e ho deciso, dovevo assolutamente parlarlegli.

Prima di tutto voglio raccontarvi un po ‘del marchio; Save the Duck è nato nel 2011 dal marchio Forest che è molto più antico, risale al 1914. Nel 2012 Nicolas Bargi, nipote di Foresto, lancia il marchio con il dichiarato impegno di creare un prodotto nel rispetto degli animali, dell’ambiente e delle persone. La società sostiene che solo nel 2017 è riuscita a salvare più di 3 milioni di oche; dal momento che i loro piumini feather free (ironizzando sull’origine della parola) usano la tecnologia PLUMATECH senza animali al 100%; come è ovvio che è in una società che diffonde sostenibilità e diritti della natura. Sostengono anche che all’interno della loro catena di processi vengono rispettati i diritti dei lavoratori in materia di salute, sicurezza e equità remunerativa.

L’impegno è esteso nella sua collezione GREEN Badge, è prodotto con materie prime provenienti da bottiglie di plastica riciclate utilizzate e nella sua collezione OCEAN IS MY HOME è prodotto con tessuti provenienti da reti da pesca recuperate e riciclate, oltre a parte della collezione del le vendite andranno alla Fondazione Surfrider.